Transizione 5.0: proroga sì o no? Il dubbio resta

Il piano “Transizione 5.0” sta attraversando un periodo di grande incertezza.
Si tratta di un’iniziativa ambiziosa pensata per guidare le imprese italiane verso un futuro più sostenibile: prevede un credito d’imposta fino al 45% per le imprese che investono in tecnologie 4.0, a condizione che questi investimenti portino a un miglioramento energetico significativo e misurabile, sia a livello di singolo processo produttivo che dell’intera attività aziendale. Tuttavia, l’attuazione del piano sta incontrando più ostacoli del previsto.
E mentre si discute se prorogare o meno le scadenze, per ora sembra prevalere una soluzione intermedia: una proroga “light” di quattro mesi. Questa estensione, concordata informalmente con la Commissione europea, riguarda i tempi per completare i progetti già avviati, ma non è stata ancora ufficializzata.
Attualmente resta in vigore la scadenza del 31 dicembre 2025, ma con questa proroga si arriverebbe alla fine di aprile 2026.
Non sarebbe la prima modifica per il piano Transizione 5.0, che ha già visto diversi aggiustamenti, anche per rendere più accessibile la partecipazione da parte delle aziende. Partecipazione che, purtroppo, risulta rallentata da un contesto economico incerto e sfavorevole.
A conferma delle difficoltà, basta osservare che, proseguendo con il ritmo attuale, entro la scadenza naturale del 2025 si riuscirebbero a utilizzare solo circa 3 dei 6,3 miliardi di euro stanziati inizialmente tramite i fondi del PNRR.
Come vengono tutelate le domande già presentate?
Le imprese che hanno inviato la prenotazione ma non hanno versato l’acconto entro dicembre 2024 – e che quindi rientrano nel limite dei 2,2 miliardi di euro – dovranno inviare nuovamente la richiesta tramite la nuova piattaforma, entro un termine tassativo di 30 giorni dalla sua attivazione. Questo passaggio servirà a garantire il mantenimento della priorità temporale acquisita, un aspetto fondamentale considerando la possibile insufficienza dei fondi disponibili.
Solo al termine di questa finestra temporale sarà possibile avere un quadro completo e aggiornato su quante risorse sono già state impegnate e quante risultano ancora disponibili all’interno del plafond previsto. Quanti fondi rimarranno? Anche se le prenotazioni già effettuate sono numerose, si spera che – una volta concluse le verifiche e ri-presentate le domande – ci sia margine per prolungare l’iniziativa ancora per qualche mese. Tuttavia, è difficile fare stime precise, anche a causa dell’incertezza attuale, che potrebbe aver spinto alcune aziende a rallentare o rinviare i propri investimenti.
Con la pubblicazione del decreto attuativo e l’avvio della piattaforma, è probabile che ci sarà un’accelerazione nel numero di domande presentate. La consapevolezza della scarsità di fondi potrebbe infatti generare un “effetto corsa”, spingendo molte imprese ad agire rapidamente per non perdere l’opportunità, e contribuendo così a un esaurimento più veloce delle risorse disponibili.

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Luigi Melzani